Operazione Pfizer AstraZeneca: 3 buoni motivi per un gigantesco takeover

Pfizer: il takeover di AstraZeneca produrrebbe utili già dal primo anno anche grazie a vantaggi fiscaliTweet this

Il valore del takeover di AstraZeneca da parte di Pfizer

Ad una prima lettura l’operazione di takeover di Pfizer su AstraZeneca non è una sorpresa, se non per essere una delle operazioni finanziarie di acquisizione più grande di sempre nel panorama farmaceutico. AstraZeneca ha appena rifiutato l’offerta di 50 sterline ad azione, per un totale controvalore di oltre 107 miliardi di dollari. Sulla base dei dati attuali, l’offerta pare corrispondere a circa 10 volte gli utili e a 4 volte il fatturato. Vediamo, però, come la pensano gli analisti oltremanica ed oltreoceano e quali sono le principali motivazioni.

La nuova mappatura di prodotti e della pipeline

Nella conferenza stampa della settimana scorsa, il CEO Ian Read ha messo in evidenza che la fusione con AstraZeneca creerebbe una nuova mappatura strategica dei prodotti e della pipeline. La casa farmaceutica statunitense ha evidenziato il potenziale del portfolio di farmaci per il cancro del polmone e del seno, così come una maggiore presenza in immunologia, grazie a nuove terapie in corso di perfezionamento. Inoltre, Pfizer ha dichiarato che la nuova società trarrebbe beneficio da «un forte portafoglio complementare di importanti farmaci cardiovascolari», come Brilinta (ticagrelor) e Eliquis (apixaban), insieme ad «una ampia offerta commerciale di farmaci non-insulinici per il diabete».

Come i commentatori hanno visto favorevolmente la ristrutturazione del portafoglio nell’accordo GSK e Novartis della settimana scorsa, questi ritengono che una integrazione di entrambe le aziende nel settore R&S possa costituire una nuova sfida per Pfizer nel prossimo futuro. Su questo aspetto alcuni analisti, quali Mark Schoenebaum e Tim Anderson, hanno osservato che l’ingegneria finanziaria dell’operazione abbia lo specifico scopo di limitare le attuali difficoltà della pipeline e dei lanci di Eliquis e Xeljanz di Pfizer; e che l’operazione possa rafforzare proprio i prodotti in fase finale di ricerca.

Il risparmio di gestione

Pfizer, a partire dall’acquisizione di Wyeth del 2009, ha tagliato il 40% delle spese operative, per cui gli analisti di Barkeley hanno valutato che 4 miliardi di risparmi annuali potrebbero essere recuperati dai 9 miliardi di gestione di AstraZeneca, semplicemente incidendo sui costi operativi e, in piccola parte, su ricerca e sviluppo. Ciò senza considerare i potenziali tagli di promozione e marketing farmaceutico.

Il risparmio fiscale

Il CEO Ian Read ha voluto sminuire l’importanza dei benefici  fiscali dell’operazione  – presumibilmente per ragioni politiche – ed ha smentito che l’operazione non sarebbe stata perseguita in uno scenario ipotetico in cui essa non fosse stata vantaggiosa fiscalmente. Il Senior management ha, però, sottolineato agli investitori che la nuova struttura fiscale avrebbe una tassazione in UK.

Secondo Pfizer, l’operazione genererebbe utili già nel primo anno, mentre le sinergie migliori potrebbero essere raggiunte, in via definitiva, attraverso la fusione delle attività delle due società, realizzando una struttura fiscale più efficiente. Da una rapida scansione su twitter, appare chiaro che secondo i commentatori e gli analisti questo è l’elemento chiave della definizione dell’accordo.

Read ha chiarito, anche nella lettera la Primo Ministro Cameron, che il nuovo domicilio fiscale sarà Londra pur restando la gestione operativa negli Stati Uniti e nel Regno Unito, mentre la sede operativa resterebbe a New York e che i piani di R&S attuali, gli stabilimenti inglesi ed il relativo personale presente in questo settore negli UK sarebbero sostanzialmente conservati.

Pfizer AstraZeneca takeover: un frutto di un lungimirante piano di riduzione delle tasse Oltremanica, per rendere il Regno Unito attrattivo per gli investimenti industriali e finanziari.

Perché in Italia non è fattibile?

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