La camicia hawaiana, simbolo di eccellenza del digitale farmaceutico è di nuovo in palio. Chi avrà l’onore di vincerlo? Tweet this
Perché Roche Italia ha vinto l’ambito premio del digitale farmaceutico
Davide Bottalico e il Roche Italia Digital Academy Team, i vincitori della quarta edizione dell’Annual Pharmaguy Social Media Pioneer Award hanno restituito la variopinta camicia, emblema di impegno fuori dal comune nel digitale farmaceutico, come puoi leggere nell’articolo di Pharmaguy: The Hawaiian Shirt is Back from Italy and Ready for the Next Pharmaguy Social Media Pioneer Award Recipient!
Il bisogno di formazione in azienda
La straordinaria impresa è riuscita a Davide, Gaetano, Stefania, Alessia e Denis grazie ad una splendida intuizione: non solo agire digitale, ma formare le persone ad agire digitale. Il loro merito è stato, soprattutto, mettere su in azienda una iniziativa di formazione “accademica”, facendo emergere un bisogno trasversale di formazione nel digitale farmaceutico da parte dei manager; comprendere i veri bisogni, organizzare un corso che ha saputo coinvolgere, trasferire competenze ed interessi: una sfida vinta per il gruppo Roche Italia. Complimenti!
Come per le cinture di box più prestigiose del mondo, la camicia hawaiana di Pharmaguy è un simbolo non solo di vittoria, ma di coraggio. Combattere nell’arena del digitale farmaceutico, dove nulla è certo, tutto è creatività ed esecuzione, dove i KPI(Key Performance Indicators) sono incerti ed i risultati si misurano con metriche ancora non definite, è solo per i pochi più coraggiosi. Qui la lotta per la sopravvivenza è a colpi di “mi piace”, ed a differnza della boxe, qui nessun colpo basso è escluso.
Nella giungla si combatte contro i coccodrilli ed i boa constrictor, nell’oceano contro squali e orche assassine, nel digitale farmaceutico i confronti sono con gli uffici regolatori e legali. I coccodrilli affondano i denti, i serpenti mordono e fuggono, gli squali ti divorano; mentre gli uffici regolatori e legali ti lasciano morire nell’inedia e nella attesa di una risposta.
Combattere nella giungla significa sapersi adattare, acquisire le stesse sembianze del nemico e comprendere le sue abitudini. E se anche agli esploratori delle giungla alla fine riescono ad avere il rispetto dei cannibali, i nativi digitali non sempre riescono a fare lo stesso con gli uffici di procurement.
Mentre i navigatori solitari combattono solo contro solitudine e tempeste, i responsabili dei canali innovativi devono vedersela con domande tipo: “Perché devo investire in digitale se i miei uomini mi hanno chiesto Post-it e righelli?”; oppure “Ho già speso tutto il budget di 500.000 euro in un congresso internazionale a Trezzano, per il digitale bastano 5.000 euro?”.
Quando, raggiunto il traguardo di campione del mondo, il boxer indossa la cintura agognata, sarà rispettato e le sue foto saranno dovunque anche nell’ufficio del preside del figlio. Ma riuscite ad immaginare Davide, Denis e Gaetano andare dal CEO Roche con la camicia hawaiana e la loro foto a grandezza naturale stampata negli ascensori della Roche? D’altra parte il campione del mondo di digitale farmaceutico ha diritto ad indossare la camicia hawaiana come simbolo, e non la cintura dei pesi massimi o la maglia rosa.
E vogliamo parlare degli obiettivi? L’alpinista ha 8.000 metri, il velista 8.000 miglia, il digital ha 8.000 like? Chi gli dice che sta sugli obiettivi? Quali benchmark?
Il digitale nel pharma è un lavoro “ingrato”
In una intervista al gruppo, a Napoli in Merqurio, due anni fa, davanti ad una pizza io li ho sentiti dire sorridendo frasi come: “Il digitale è un lavoro ingrato, ma qualcuno lo deve pur fare”. Il digitale nel pharma è, in fondo, una delle professioni più ambite e complesse, come il neurochirurgo: ti servono nervi d’acciaio, determinazione, competenza. Purtroppo, rispetto ad altri ruoli, è meno apprezzato e riconosciuto.
Volete la mia opinione? Hanno vinto perché anno preso la sfida con la massima serietà, ma hanno affrontato le difficoltà con il sorriso.
Ancora complimenti per il premio ma, se permettete, soprattutto per l’iniziativa formativa che oggi vanta innumerevoli tentativi d’imitazione. La formazione, lo sanno anche gli studenti, richiede impegno e organizzare la formazione ne richiede ancora di più. Su temi delicati e complessi come quello affrontato dal gruppo di Roche Italia questo impegno è diventato sfida, e loro possono dire di averla avuta vinta.
Chi vuole provare a vincere quest’anno? Chi si sente pronto alla competizione internazionale nel digitale farmaceutico?