Il multichannel scassa l’informazione scientifica

Il multichannel scassa l’informazione scientifica che non funziona e massimizza quella che funziona  nel mercato di oggi Tweet this.

Un entusiasta collaboratore, pochi giorni fa, mi ha fatto sorridere dicendo: “Questi prodotti non si vendono abbastanza da essere veramente oggetto di una informazione anche in farmacia!”. Gli voglio bene e, con franchezza, gli ho fatto notare che se si fossero venduti non avrei usato ISF, quanto piuttosto agenti in farmacia. O addirittura non avrei fatto nulla. Se già si vendono…

Quando si usa dire che le difficoltà sono opportunità, non si tiene conto che alcune non sono affatto difficoltà, ma attività insite, parte integrante, nel nostro lavoro. Sono le nostre “sfide ordinarie” sono la nostra “proposta di valore”.

Provo a spiegarmi meglio. A Londra, meno di un mese fa, notavamo che in alcune piazze ci fossero molte caffetterie di diverse catene. Come in altre città possono esserci numerose pizzerie sulla stessa strada o in alcune zone sembra esistano sono locali notturni. 

Mi sembra ovvio che il modello di business sia lo stesso. Tuttavia come si distinguono, cosa induce l’ultimo negozio ad aprire dove vi sono altri?

La Value Selling Proposition è ciò che noi promettiamo e che il cliente sperimenterà durante o dopo l’acquisto. Kaplan e Norton sostengono che: «La strategia si basa sulla differenza di valore percepita dal cliente. La soddisfazione del cliente è la fonte della continua creazione di valore».

La farmacia è una grande occasione per gli ISF, se governata bene: l’attività del farmacista come buyer è un equilibrio tra diversi elementi in cui il prezzo o lo sconto sono sorprendentemente gli ultimi.

Provo a farvi degli esempi e poi passiamo alla sintesi. Abbott, in fase di lancio di un prodotto importante, mentre già lavoravamo per loro conto a un progetto di successo di marketing farmaceutico con ordini diretti in farmacia con il nostro modello di “agente remoto”, ci incaricò di posizionare in farmacia un prodotto nuovo. Il posizionamento di un prodotto che non ha storia e non ha vendite è un osso duro. Pur fatturando oltre 3 milioni di euro al mese su tutta una serie di prodotti, pur offrendo uno sconto altissimo, pur avendo fidelizzato oltre 1.800 farmacie in meno di sei mesi, pur essendo un prodotto con alle spalle un Brand fortissimo quale Abbott, l’attività di posizionamento fu durissima ed ebbe poco successo. Addirittura regalando il prodotto, il farmacista continuava a ripetere che l’avrebbe comprato solo quando si iniziava a venderlo. Ad ulteriore conferma di ciò, oggi, se il prodotto non ha movimentazione, un farmacista non lo accetta nemmeno in “conto vendita”.

Il farmacista sulla base dell’esperienza del nostro “agente remoto” compra basandosi su alcuni elementi:

  • lo spazio scaffale (la rotazione e le dimensioni, la conservazione)
  • le richieste ricevute (l’attuale movimentazione e quella prevista)
  • il margine (e non lo sconto!)
  • l’opportunità promozionale (come e quanto può agire con il proprio consiglio)
  • l’esclusività (condizioni che rende il proprio esercizio unico o individuabile).

Il bravo informatore scientifico è colui che riesce a risolvere le difficoltà del farmacista, nell’offrire la migliore Value Selling Proposition al paziente Tweet this. Il farmacista affronta il paziente con una doppia visione: commerciale e professionale. L’ISF deve essere in grado di supportarlo nella seconda, senza provare a varcare una soglia troppo commerciale.

L’uso congiunto dell’ISF e dell’agente in multichannel in closed loop può risolvere questa doppia visione e affrontare il farmacista da entrambi i punti di vista Tweet this.

In farmacia sei sicuro di dare e non entrare per chiedere?

La differenza tra “parlare a” e “parlare con”

Siamo tutti d’accordo: così non si può andare avanti nell’informazione scientifica. Ma da dove dobbiamo ripartire?

Durante l’incontro con un esponente di una multinazionale farmaceutica abbiamo analizzato i risultati di un’indagine che poneva al centro dell’attenzione le modalità di contatto  e di relazione i  diversi approcci che possono essere più o meno interessanti da parte del medico. La domanda posta nel sondaggio sembrava essere: quali sono le modalità che lei preferisce per ricevere informazione scientifica?

Ne emergeva un dato interessante, ma con bias parimenti importante.

Continue reading

Recensione: "Introduzione al mercato farmaceutico"

Prima di avventurarvi nella lettura di questa mia recensione, mi occorre informarvi che potrebbe esserci un conflitto d’interessi. Il motivo? Eccolo: conosco personalmente l’autore, Carlo Ranaudo, perché, oltre ad averne una grande stima professionale, mi ha coinvolto nel  corso di laurea di informazione scientifica del farmaco che ha, come docente,  presso la Facoltà di farmacia della Federico II di Napoli. Ed è appunto per l’occasione che mi ha consegnato una copia dell’opera: “Introduzione al mercato farmaceutico, analisi e indicatori” (Maya Idee Edizioni, Verona, 222 pagine, euro 18,50), un libro che colma un vuoto che esisteva finora nella letteratura corrente di settore.

Il testo, pensato dall’autore come guida per gli studenti, in  dieci capitoli riassume tutto ciò che c’è da sapere nel campo del mercato del farmaco. Un comparto, per chi ci lavora ma anche per coloro che lo seguono per documentarsi o per semplice interesse, senza dubbio appassionante con quell’insieme di regole che lo trasformano, piuttosto che ingessarlo, in uno spazio dinamico dove il ruolo principale spetta alle competenze.  Conoscere le regole è la chiave per comprenderne le dinamiche ed attivare approcci innovativi.

Per questo motivo, come dicevo, il testo di Ranaudo dà finalmente una risposta a tanti interrogativi: può essere adoperato come libro di testo o come desk reference, ogni argomento è trattato con grande attenzione ai particolari, alle norme e all’intero mercato farmaceutico. Di notevole interesse, tengo a sottolinearlo, è la sezione nella quale Carlo Ranaudo ci guida tra gli indicatori di prestazione e di attività. Noi sappiamo che non c’è progetto di marketing o di vendite che non abbia  una corretta metrica di misura. Tuttavia non abbiamo la certezza  di essere edotti a sufficienza su questi indici e su come  usarli correttamente, per cui, coloro che, per esempio, come direttori vendite o capo area li utilizzano frequentemente, troveranno nell’accurato lavoro di Ranaudo una risposta chiara su come destreggiarsi tra cifre e analisi, tutte approfondite con particolare meticolosità ma con altrettanta chiarezza.

Insomma, un’importante guida che rappresenta senz’altro un punto di riferimento anche per quanti sono  avvezzi alla materia, che così potranno  avere un unico strumento di consultazione. Un testo, in conclusione, di rilievo nel panorama del mercato farmaceutico, ben scritto, ottimamente supportato da grafici e figure, e con una mole d’informazioni in grado di soddisfare non solo gli studenti, iniziali destinatari del volume, ma anche  quanti lavorano nel marketing del farmaco che, dal punto di vista editoriale risultava, fino alla pubblicazione di “introduzione al mercato farmaceutico”, ancora poco esplorato.