Vincono le locuste

Scusate se vi parlo di finanza, ma mi piacerebbe condividere alcune riflessioni che ho fatto in questi giorni. Anzi, una breve ricerca partendo dai fatti.

La Grecia ha circa: 10mio popolazione, un Pil di 301.000 miliardi per 27.000 euro di reddito pro capite annuo

L’Italia ha circa 60 mio popoloazione, un Pil di 2 mio miliardi per 33.000 euro di reddito pro capite annuo

La Germania: ha circa 80 mio popoloazione, un Pil di 3,5 mio miliardi per 43.000 euro di reddito pro capite annuo

L’Argentina, nell’anno della crisi e della svalutazione era 37 mio popolazione, un Pil di 102 miliardi per un reddito di 3.000 euro pro capite annuo.

Il problema della grecia è dei greci, che oggi non sono consapevoli di cosa comporta una svalutazione ed una uscita dall’euro: probabilmente il reddito pro capite annuo potrebbe per i prossimi anni nel loro paese essere paragonabile a quello argentino nella crisi, ovvero 10 volte inferiore a quello attuale.

Il problema è forse dell’Italia che ha una immagine all’estero di scarsa stabilità, anche se il Pil greco è quello di 5 milioni di abitanti di una area produttiva italiana.

Il problema non è europeo, in quanto il Pil greco nell’eurozona è inferiore all’1%.

Ma il mio punto di vista è che la svalutazione greca consentirà ancora una volta alle locuste finanziarie di vincere, queste non investono in attività produttive ma muovono capitali per divorare ciò che è più debole, partendo dal basso e, diventando sempre più forti e potenti, passano a bruciare ciò che c’è più in alto, e poi più in alto ancora. Sempre più grasse e forti, sempre più determinate e potenti.

L’articolo settimanale di Walter Riolfi sul Sole24Ore: siamo fuori dagli interessi finanziari in quanto gli investitori hanno già deciso che la Grecia va fuori dall’Euro e hanno già deciso che la BCE non è abbastanza forte.

Il profitto finanziario oggi così ricco assorbe investimenti produttivi e mercantili e tutto il mondo diventa più povero.

Meno investimenti, più leve finanziarie: i ricchi più ricchi,  i poveri più poveri.